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Maicol Palumbo: 4 chiacchiere con un Art Director

Da sempre crediamo che attraverso le esperienze altrui si impara più velocemente. Il confronto non è solo utile, ma necessario.

Ecco perché abbiamo inaugurato una nuova rubrica, “4 chiacchiere con”, in cui intervisteremo colleghi che operano nel marketing e nella comunicazione per discutere insieme dei trend e del settore. Iniziamo con una piacevole chiacchierata con Maicol Palumbo, Art director e avezzanese doc.

Ciao, chi sei?
Maicol Palumbo, nasco ad Avezzano 41 anni fa, pelato ma affascinante come i capelli di Di Caprio 

Qual è la tua storia e come ti è venuta in mente l’idea?

Da 16 anni lavoro come pubblicitario e art director, ho iniziato a muovere i miei passi nel mondo della pubblicità con le piccole realtà di paese: la discoteca che ti chiede il flyer per una serata, il negozio dietro casa che ha bisogno di un volantino promozionale e così via…”

Come racconto spesso, da piccolino non aspettavo altro che vedere le pubblicità tra un film e l’altro, ero così attratto da quegli annunci che me li scrivevo su un quadernino e a fine serata li riscrivevo cambiandogli il finale, mi emozionava, allora come oggi, un gioco che mai avrei pensato potesse diventare il mio lavoro.

Parlaci del tuo progetto

Dire che la vita è tutto un progetto, può sembrare una frase fatta, scontata, ma è così, ad oggi lavoro come Creative director mettendo a disposizione la mia creatività per la ITAB, una multinazionale svedese leader mondiale nel settore del retail design; parallelamente porto avanti alcuni progetti personali, molti dei quali dedicati alla mia terra, l’Abruzzo e più di tutto alla mia città Natale, Avezzano.

Come fai ad attirare clienti?

Bè, in realtà non ho mai avuto intenzione di procacciare clienti, nel senso, ho creato una pagina social circa due anni fa (Maicol Palumbo Adv) perché avevo la volontà di dare un senso all’utilizzo di Facebook, l’idea era quella di voler regalare sorrisi, emozioni e riflessioni pubblicando creatività di ogni genere, dalla campagna nazionale alla vignetta in dialetto, ha funzionato, ma non perché io sia un genio, semplicemente perché le persone hanno bisogno di emozionarsi, è ninfa vitale.

 

Come hai trovato collaboratori o risorse che ti hanno aiutato nel tuo progetto?

Aver lavorato per grandi agenzie creative e quindi l’aver viaggiato molto, aldilà dell’esperienza personale, mi ha dato la possibilità di conoscere tantissime figure professionali specifiche, dal visualizer al programmatore ai migliori copywriter d’Italia, penso di aver avuto più “colleghi di lavoro io” che un operaio della Fiat… mantengo vivo il mio rapporto sociale con queste persone, di conseguenza, quando si presenta una qualsiasi richiesta di progetto, so bene a chi indirizzare.

 

Da quando hai avviato il tuo progetto hai imparato qualcosa di particolarmente utile o vantaggioso?

Le persone; non ho imparato, sto ancora imparando a conoscere le mille mila sfumature delle persone, dinamiche, pensieri, punti di vista, sono tutti input che mi stimolano e che mi permettono di avere continuamente il serbatoio pieno, mi piace ascoltare, percepire, assorbire; tutti i percorsi lavorativi portano ad ampliare negli anni il proprio background culturale e tecnico, ma senza condivisione sociale, non sapremmo cosa farcene.

Quali strumenti utilizzi per il tuo business?

“Potrei dirtelo, ma poi dovrei ammazzarti”… Dio, sognavo da una vita di poter dire questa frase; oltre agli strumenti tecnici/ software necessari per lo sviluppo di una campagna, tra Photoshop e After effects, prediligo il foglio bianco, la matita e il mio fantastico tempera matite elettrico; quando le lunghe riunioni mi lasciano spazio, mi chiudo nel mio mondo, matita in mano, James Taylor in sottofondo e via, qualcosa di buono ne viene sempre fuori.

 

Quali sono stati i tuoi libri e le risorse che ti hanno aiutato a sviluppare il tuo progetto?

La creatività non prevedere un percorso di studi o di letture che possono in qualche modo “insegnarti il lavoro”; tuttavia esistono decine di testi che possono supportare il percorso di un pubblicitario, dare input e consigli, sento di poterne nominare uno in particolare “Lovemarks. Il futuro oltre i brands”.

Al contrario di quello che vi ho appena detto, per un pubblicitario è fondamentale la lettura, di qualunque genere essa sia; personalmente amo i romanzi, nello specifico ho letto tutti i libri di Nicholas Sparks, se una lettura mi emoziona, mi da lo stimolo per trovare una soluzione, un’idea, un segno che permetta agli altri a loro volta di emozionarsi. Italiani, popolo di… com’era? Va bè, popolo di Romantici.

 

Quali consigli daresti all’imprenditore di oggi?

Se devo rivolgermi a qualcuno, preferisco farlo nei confronti dei freelance: le dinamiche sociali cambiano, la comunicazione e la pubblicità viaggiano a velocità spaziali, per questo motivo la visione e la mente dei giovani imprenditori della nuova generazione iniziano a dargli modo di credere molto di più nella pubblicità. Impegnarsi sempre nel trovare un’idea “non che piaccia ma che funzioni” indipendentemente se l’incarico arriva da un piccolo ristorante di paese o da un brand internazionale.

Enjoy your life

Grazie Maicol, che come noi di The Digital World, crede nella forza delle idee e delle proprie passioni. Non è facile far comprendere all’imprenditore quanto lavoro ci sia dietro una campagna di advertising;  ma chi sceglie di si rivolgersi a professionisti del settore ha finalmente compreso che è il momento giusto per far decollare il proprio Business.